Oggi, per il Primo Maggio, ho avuto l’onore di essere presente all’intitolazione di una strada a Luana D’Orazio. Un gesto simbolico che, in questa giornata in cui si festeggiano i diritti acquisiti sul lavoro, ci ricorda quante battaglie ancora bisogna fare per avere più sicurezza sui luoghi di lavoro, condizioni lavorative più dignitose, contratti più retribuiti e meno precari.
Dal lavoro passa la dignità della vita e della persona e sul lavoro si fonda la nostra Repubblica. Non dobbiamo abituarci alla cultura dello scarto che tratta le morti sul lavoro come incidenti di percorso. Dietro a quei numeri tragici, oltre 1000 morti all’anno, ci sono vite, storie, sogni come quelli di Luana, che aveva 22 anni e un bambino di 5 anni che oggi cresce senza sua madre.
Grazie alla famiglia di Luana e in particolare a sua madre Emma Marrazzo che non smette di lottare perché si metta fine alla piaga dei morti sul lavoro.