Mariolina Castellone

Investire in Ricerca, Diagnosi e Terapie innovative

Nonostante i pochissimi in Ricerca e Sviluppo del nostro Paese, la produzione scientifica dei nostri ricercatori è in continuo aumento ed il contributo dei ricercatori italiani alle pubblicazioni è passato dal 3 al 4%. Questo denota l’importante presenza di menti eccellenti nel territorio italiano che però non riusciamo e non vogliamo valorizzare. Secondo i dati statistici l’Italia è infatti agli ultimi posti in Europa per investimenti in ricerca e sviluppo con solo l’1.3% del Pil dedicato a questi settori a fronte del 3% di tutti gli altri paesi, considerando inoltre che il 95% di questi investimenti sono a carico di aziende private mentre la spesa finanziata dal Governo raggiunge a malapena lo 0.5% del Pil. Oltre il 70% dei ricercatori italiani opera all’estero: questa è la più grande sconfitta del nostro Paese se si pensa che per formare un dottore di ricerca spendiamo all’incirca 100mila euro. E la maggior parte di questi non immagina un imminente ritorno: 8 su 10 ritengono improbabile un loro rientro in Italia. Paghiamo cara, sulla nostra pelle, gli effetti devastanti di tagli praticati dal governo Berlusconi nel 2008, pari a 1,1 miliardi di euro al fondo ordinario per gli atenei. Sulla stessa linea di continuità hanno operato i Governi Monti, Letta e Renzi. Con quest’ultimo che nel 2014 ha tagliato oltre 30 milioni al Fondo di Finanziamento Ordinario e ben 45 milioni per ogni anno a partire dal 2015. E ancora oggi si continua ad investire poco: 1,2 miliardi di euro per la ricerca scientifica. Non possiamo permetterci di perdere questo grande patrimonio del nostro Paese: l’istruzione è il motore per il progresso, l’arma per la crescita. Ricerca è garanzia di futuro. Ed è sul progresso e sulla crescita che nei governi Conte abbiamo deciso di investire. Circa 30 miliardi del Recovery Fund saranno destinati a questi ambiti, per estendere il diritto allo studio, permettere al Mezzogiorno di avere lo stesso livello di offerta formativa del resto del Paese. Già nella legge di bilancio 2022 abbiamo istituito un Fondo per i poli universitari tecnico-scientifici del Sud Italia, che si occuperà del finanziamento delle università di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, in cui sia presente almeno un dipartimento in discipline tecnico-scientifiche e sociologiche. Abbiamo la storica costituzione di una scuola di studi superiori a Napoli, mentre a Taranto abbiamo invece fortemente voluto il Tecnopolo del Mediterraneo, destinato a diventare un centro di eccellenza nell’ambito delle tecnologie verdi e dell’economia circolare per il quale vengono stanziati 3 milioni di euro annuali.

Scrivimi

Il progresso parte dall’ascolto e dal confronto. Per me è indispensabile mantenere un filo diretto con i cittadini. Solo attraverso il racconto della realtà quotidiana, delle problematiche e delle proposte, possiamo gettare le basi per un lavoro efficace.